Saper dire no
Tempo fa lessi sul juliusdesign.net, un divertentissimo articolo su come individuare i cattivi clienti. Si tratta di dieci indizi estremamente efficaci per stigmatizzare i vizi più diffusi presso un certo tipo di interlocutori. Trovai l’articolo così divertente da metterlo nei preferiti. Se siete freelance e volete farvi quattro risate ecco qui l’articolo originale.
Di recente sono incappato nel ritorno di un cliente che ho avuto la sfortuna di gestire tempo fa. La mia esperienza mi ha fatto venire voglie di aggiungere due campanelli di allarme a quelli di elencati da Julius.
11. Il cliente finge di essere un poveraccio
Lo so, può sembrare banale, ma esistono sul serio. Mi riferisco a persone che si fingono degli straccioni pur avendo una buona disponibilità economica. Spendono e spandono per gli affari loro, ma quando si tratta di pagare la tua consulenza escono fuori problemi sul costo della vita, la crisi mondiale, il canarino malato, ecc. Prima accettano la cifra stabilita e poi contrattano su tutto nel tentativo di convincerti per sfinimento. “Quanto viene se ci tolgo questo? E se invece metto solo quello? Purtroppo c’è la crisi e i soldi mi servono per pagare le cure del canarino”. E intanto vieni a sapere che non sono affatto dei poveracci, anzi…
12. Il cliente non conosce la gratitudine
Quando si lavora con passione, può capitare di regalare qualcosa rispetto agli obbiettivi indicati sul contratto. Se piccoli interventi extra o semplici cortesie professionali non generano nemmeno un semplice grazie, ma solo tante pretese assurde e un certo atteggiamento sprezzante, ci troviamo di fronte ad un cliente della peggior specie. Si tratta di qualcuno che non solo è un ingrato, ma confonde la cortesia con la stupidità.
Ecco, il mio ex-cliente, oltre ad avere alcuni dei difetti elencati da Julius, rientrava nelle categorie aggiuntive 11 e 12.
Ci ho messo qualche annetto, ma alla fine ci sono arrivato: bisogna imparare a dire no. I soldi fanno comodo, i cattivi clienti per nulla. Meglio rinunciare subito e dedicare i propri sforzi ad altre attività maggiormente remunerative e gratificanti. Bye bye Gollum.