Exit strategy

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Dopo aver provato il nuovo Adobe Flash CC in versione trial, ho deciso di non acquistare la licenza e continuare ad usare la versione CS6 in attesa di una release più convincente. Nel frattempo, ho intrapreso una migrazione verso altri ambienti di sviluppo in modo da non farmi trovare impreparato nel caso di una eventuale completa dipartita dell’ambiente Flash/AIR. Sono un utente Flash dalla versione 4, nonché un fan di ActionScript e ammetto di non aver preso questa decisione a cuor leggero, ma i motivi che mi hanno spinto a questa scelta sono molteplici. Di seguito provo ad elencarli.

Quel pasticciaccio brutto chiamato Creative Cloud

Il nuovo sistema di licenze a pagamento impostato da Adobe si basa su una logica piuttosto contorta. Anche se usa il termine cloud, a differenza di altri servizi che hanno lo stesso nome, l’applicazione viene regolarmente installata sulla macchina del cliente ed eseguita in locale. Quindi non abbiamo nessuno utilizzo di risorse in remoto. La connessione – obbligatoria almeno una volta al mese, serve solo per scaricare eventuali aggiornamenti e verificare se l’utente è in regola. Volendo sintetizzare la questione nei suoi punti salienti, ecco cosa succede quando acquisti Adobe Flash CC :

  • sottoscrivi una sorta di abbonamento che costa 25 euro al mese,
  • paghi lo stesso canone anche se non usi il programma,
  • se non ti puoi connettere per più di un mese (lo so, è remoto ma pur sempre possibile) non puoi usare il programma,
  • paghi sulla fiducia senza sapere quali e quando saranno aggiunte nuove funzionalità.

Come se non bastasse, per la prima volta nella storia di Adobe, non ci sono sconti per i vecchi clienti Flash.
Recentemente ho letto sulla newsletter di Adobe che è possibile sottoscrivere un contratto promozionale per l’uso di Photoshop a 12 euro. Però, chi come me ha acquistato una licenza per Flash CS6, deve pagare il prezzo pieno. Verrebbe da chiedersi perché Adobe ha adottato questo nuovo meccanismo di vendita. Molti dicono che in questo modo si combatte la pirateria, ma dando un’occhiata in giro per la rete non è cambiato nulla: i programmi CC vengono piratati esattamente come prima. Basta sapere dove cercare e ci sono le soluzioni pronte per tutti gli utenti che non intendono rispettare le regole.

Una versione inutile

Non spenderò molte parole su Flash CC limitandomi a segnalare la pochezza dell’ultima release. In sintesi hanno eliminato alcune funzionalità importanti come lo strumento Osso, il testo TLF e le scorciatoie del pannello Azioni (tanto per citarne alcune) ma inserito la possibilità di creare delle animazioni basilari in HTML5. Una politica che non ho difficoltà a definire incomprensibile. Quale attrattiva può avere un aggiornamento che toglie strumenti validi di Flash per aggiungere menu dedicati alla creazione di animazioni ancora non supportate correttamente da tutti i browser? Avere un ambiente che sviluppa progetti in HTML5 sarebbe un’ottima cosa, ma i risultati per ora lasciano molto a desiderare.

La lenta agonia di Flash

Inutile girarci attorno. Adobe ha mollato i suoi clienti storici per inseguire una strategia incentrata su altri applicativi. Inizialmente AIR ci fu presentato come un’ambiente in grado di sviluppare applicazioni per desktop, iPhone, Android e (entro breve) per Windows Mobile. E dopo averlo usato in vari ambiti confermo che è davvero un ottimo strumento di sviluppo. Ma circa un anno fa la doccia fredda: l’azienda ha dichiarato di non avere intenzione di rendere le applicazioni AIR compatibili per i tablet e gli smartphone basati su Windows 8 (in particolare tutti i dispositivi che usano Windows 8 Modern). Per cui, non solo si sono rimangiati la loro promessa, ma di fatto, precludendo una fetta importante di mercato, hanno arrestato lo sviluppo di AIR. Una politica scellerata se consideriamo il fatto che le applicazioni AIR sono ancora molto competitive.

L’informatica percepita e l’informatica reale

La cosa buffa di tutta questa storia è che su iTunes continuano ad essere vendute tante ottime applicazioni basate su Adobe AIR, molte delle quali fatte con il tool Flash. Ancora oggi, sui portali dedicati ai videogames online, i filmati SWF continuano ad avere una massiccia presenza. Del resto, per quale motivo un ragazzino che scarica il plugin Unity per giocare ad una gara di macchine in 3d, dovrebbe avere problemi ad installare il flash player per giocare ad un platform in stile cartoon 2d? Se i prodotti meritano, vengono giocati entrambi a prescindere dalle chiacchiere.
Ma nonostante l’utilizzo reale, la percezione di Flash sembra più grave di quella che è. Il tool non solo è considerato morto, ma puzza di cadavere. Il tutto senza che la casa madre muova un dito mignolo per dimostrare il contrario. Morale della favola: il panico anti-flash dilaga. Il celebre portale Mochimedia chiude i battenti, community famose svaniscono nel nulla o si desertificano, famosi guru di AS3 si dedicano ad altro, libri sull’argomento non si pubblicano più e così via.
Viceversa, l’HTML5 sembra essere diventato la panacea per tutti i mali anche se le cose non stanno esattamente così. Le app in HTML5 basate su convertitori come PhoneGap e affini, non possono attualmente competere con le applicazioni native. L’HTML5 è il protagonista dei siti web e sicuramente conquisterà nuovi importanti territori, ma ostinarsi ad usarlo in ambiti dove non è ancora pronto – magari spendendo dei soldi per creare delle app meno performanti, rasenta l’autolesionismo. Puntare sul futuro va bene, ma per lHTML5 ci vorrebbe un linguaggio JavaScript di supporto solido, ben documentato e capace di prendere il posto del vecchio ActionScript. E, almeno per ora, non sono molto convinto da quello che vedo.

La mia personale roadmap

Difficilmente punterò nuovamente su Adobe. Attualmente è un’azienda che subisce il mercato senza riuscire a condizionarlo. Troppo concentrata a vendere i suoi applicativi mordi e fuggi, priva di una visione o un piano preciso e pronta a cambiare idea da un momento all’altro nel perenne inseguimento di tendenze imposte da altri. Fatta eccezione per alcuni illustri programmi grafici, tutto il pacchetto legato allo sviluppo è un’investimento rischioso in termini di tempo e denaro. Informatica fast food per chi si accontenta di vivere alla giornata.
Al momento continuerò ad usare Flash CS6 per realizzare i progetti Android che ho in cantiere, in attesa di un’eventuale versione realmente interessante (se mai ci sarà).
Contemporaneamente, mi sto dedicando allo studio di linguaggi “C oriented” più solidi. Da come si sono messe le cose, tutti gli sviluppatori specializzati in AS3 che non hanno ancora preso le contromisure, farebbero bene ad escogitare una exit strategy per non disperdere le competenze accumulate in tanti anni di studio e lavoro sul campo. Se Adobe non inverte la rotta, il rischio di una totale dipartita dell’ambiente Flash entro qualche anno è un dato reale. 

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