Mobilgeddon!
Dallo scorso 21 aprile è attivo il mobilgeddon. Chi si occupa di sviluppo web e non ha vissuto in una caverna, dovrebbe sapere di cosa sto parlando: ovvero il temuto nuovo algoritmo ideato da Google per favorire nei risultati di ricerca le pagine ottimizzate per il mobile. Per cui, se il nostro sito non è pensato anche per i dispositivi mobili, rischia di essere penalizzato dal celebre motore di ricerca.
Per verificare il livello di ottimizzazione, è disponibile questa comoda risorsa online. Basta copiare l’url del sito da verificare, incollarlo nell’apposito campo input e il buon Google verificherà tutte le pagine web per poi darci un responso in percentuale.
A parte il fatto che dovrò rottamare questo template del blog, cosa cambia per un webmaster? Secondo me nulla. Ormai è più di un anno che quando realizzo un sito professionale lo ottimizzo per il mobile e non sono certo il solo. Non ho ottimizzato il blog, ovvio, anche perché ho un cattivo rapporto con questo blog, ma questo è un altro discorso… Tornando al nuovo algoritmo, fatta eccezione per addetti ai lavori e appassionati del settore, non ho visto un particolare interesse. Il mio ultimo cliente, quando gli ho spiegato che il suo sito sarebbe stato ottimizzato per il mobile, mi ha guardato con lo stessa espressione del pesce rosso che avevo da bambino. Mancava solo che emettesse una manciata di bolle.
Per intenderci, (il cliente, non il pesce) neanche capiva di cosa stessi parlando. E anche se avesse capito, non credo che per lui avrebbe fatto molta differenza. Al massimo avrebbe agitato le pinne una volta o due. Ma visto che parliamo di pesci, passiamo al mare digitale per eccellenza. Da qualche settimana il web è caratterizzato da una marea di sviluppatori intraprendenti. Tutti, dalla soracesiraweb, passando per scamorzadesign fino a bimbominkianet, si offrono di ottimizzare il tuo sito in cambio di denaro. A mio modesto parere, questo nuovo fermento, non fa altro che mettere in luce il disperato bisogno di acqua nel deserto dello sviluppo web. Senza girarci attorno – come ho già scritto in altri post – quello attuale è un panorama desolante. Aziende che scelgono di usare i servizi free piuttosto che uno straccio di pagina professionale, servizi di hosting che offrono siti a quattro soldi, freelance in bolletta che li promettono a tre soldi, hobbisti che li vendono a due soldi, ragazzini che li svendono a un soldo bucato, per finire con i disperati che pagherebbero pur di realizzare il tuo sito web. Il tutto mentre la divulgazione affonda: abbiamo portali storici ridotti ai minimi termini, blogger famosi che si dedicano ad altro, corsi di formazione validi che si contano su poche dita di una mano monca e via dicendo. L’ho già detto e lo ripeterò ancora, anche perché i vecchi tendono a ripetere sempre le stesse cose. Dov’ero rimasto? Ah sì, che sono ripetitivo, anche perché i vecchi tendono a ripetere sempre le stesse cose.
Ma riprendiamo la rotta del discorso, molti haters che esultarono quando Flash fu ridotto ai minimi termini da Apple, oggi piangono, anzi lo sviluppo web in generale (tranne alcune eccezioni spesso costituite da storie di successo legate a strategie più ampie) boccheggia in termini commerciali. E tra parentesi, questa rivoluzione targata HTML5, che avrebbe dovuto rilanciare il mercato dello sviluppo web, almeno io, non l’ho ancora vista.
Circa un paio di estati fa, iniziai a pubblicare qui una serie di tutorial sull’argomento, ma poi persi entusiasmo. Come mai? Prima di tutto odio il mio blog, lo odio tanto questo blog, ma questa è un’altra storia… in secondo luogo, vedevo frotte di sviluppatori specializzati in altri linguaggi buttarsi a pesce su questa nuova moda.
Il tutto mentre i sempre più poveri scaffali dedicati all’informatica in libreria, si riempivano di libri fotocopia sul “nuovo” linguaggio che ci salverà. Ma considerando che i siti HTML5 sono, tutto sommato, alla portata di chiunque mastichi un minimo di informatica e le app derivate da questa tecnologia risultano molto limitate rispetto a quelle realizzate con altre soluzioni, è davvero una grande idea seguire la corrente? Adesso la storia sta per ripetersi con l’Html5.1 e le sconvolgenti novità che cambieranno la vita del pianeta terra. Siete pronti per la prossima eccitante rivoluzione? O come me preferita annaffiare le begonie?
Morale della favola, dopo aver passato anni ad inseguire marchi e sigle, ho deciso di cambiare approccio: prima del come, viene il cosa. L’Html5, battute sceme a parte, è una tecnologia straordinaria, ma è adatta alla MIE esigenze? Vedremo dove mi porterà questo modo di ragionare.
Di certo mi tocca cambiare questo maledetto template. E forse, se gli cambio aspetto, odierò un po’ meno il mio blog. Forse.