Brand, friend and dead

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Dopo più di sei mesi di latitanza, rieccomi con un nuovo articolo. Oltre ad i vari impegni lavorativi, che mi hanno effettivamente succhiato via tutto il tempo libero, c’è un motivazione aggiuntiva dietro questa lunga assenza. Per farla breve, ho cominciato a nutrire dubbi sull’identità del blog. Vale la pena mantenere un approccio “rilassato” a metà strada tra un quaderno degli appunti e una spazio per il cazzeggio? Oppure cambiare radicalmente approccio per trasformarlo in un canale tematico professionale? Ad alimentare il dubbio amletico che mi porto dietro da tempo è anche un libro (molto interessante) che sto leggendo in questi giorni. Si tratta i Da brand a friend, un libro scritto dall’esperto di comunicazione Robin Good e pubblicato da Roi Edizioni. Dell’autore e del modello di business teorizzato nel libro, mi piacerebbe parlare più approfonditamente. Magari una volta ultimata la lettura gli dedicherò un post. 

Passando ad altro, da fan di Animate quale sono e visto che alcuni colleghi mi definiscono scherzosamente l’ultimo dei flashari, non posso esimermi dal commentare l’annuncio ufficiale che pochi giorni fa ha dato Adobe. Nel caso vi dovesse essere sfuggito, è stato dichiarato che il flash player sarà aggiornato fino al 2020 per poi essere definitivamente messo da parte. Tra le varie cose, l’azienda produttrice ha invitato tutti i clienti che usano quella tecnologia a migrare verso altre soluzioni. Insomma niente di nuovo sotto al sole: Flash è morto da tempo e nel 2020 gli lucideranno la lapide. 
Purtroppo, come al solito, questo annuncio ha generato un pizzico di confusione tra gli addetti a lavori. Un valido esempio della mancanza di chiarezza sulla faccenda è il post pubblicato da html.it. Si riporta la storia del vecchio tool, la crisi dei plug-in e le nuove tecnologie che lo hanno soppiantato, ma non una parola su Animate. Omissione che potrebbe erroneamente indurre un lettore meno attento a reputare anche Adobe Animate (l’erede del vecchio Flash) destinato alla rottamazione.
Come ha ben spiegato il senior interactive software engineere, Joseph Labrecque , per chi utilizza Animate non cambierà niente. Già da tempo il tool si è specializzato nella creazione di animazioni e giochi in HTML5. Inoltre, l’ambiente AIR, che vede l’uso di ActionSctipt come linguaggio di programmazione, continuerà ad esistere senza problemi. Infatti, non lo stancherò mai di ripetere, AIR è un’ambiente di sviluppo indipendente  – slegato dal browser – che crea applicazioni per desktop e smartphone. Quindi si potrà continuare ad usare il tool per creare grafica, cartoni animati e giochi. Cambia solo il formato finale: HTML5 se volete pubblicare sul web, AIR se volte esportare per computer o smartphone. Il tutto usando un’interfaccia che eredita moltissime funzioni dal progenitore Flash. Segue spot pubblicitario.


Tra parentesi mi ha molto divertito il banner esplicativo che ha realizzato e pubblicato Labrecque sul suo blog (l’immagine in alto). Basterà a fare chiarezza? Non credo, però vedere un developer/divulgatore famoso in preda all’esasperazione è abbastanza divertente.

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