Usare chatGPT per per realizzare siti web

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Qualcuno che si occupa di sviluppo hai mai usato chatGPT? Chi è un programmatore privo di peccato scagli la prima pietra. Personalmente lo ammetto, a volte uso chatGPT nel mio lavoro e quindi andrò all’inferno. Ma ha senso usarlo in ogni fase progettuale? La figura del programmatore è destinata ad essere soppiantata dalle IA? La fine del mondo è vicina? Di seguito provo a rispondere a queste domande.

Galeotto fu JavaScript

Tutto è cominciato un annetto fa, quando durante la realizzazione di un sito web in veste di collaboratore esterno, non trovavo il mio solito snippet JavaScript per il precaricamento delle immagini. Avevo poco tempo, non mi andava di reinventare la ruota da zero e quindi decisi di tentare con chatCoso. Con mia grande sorpresa, il suo codice non era male. Certo, il mio era organizzato meglio a livello di leggibilità, tuttavia lo trovai piuttosto efficace.
Da quel momento ho iniziato ad usare l’intelligenza artificiale sempre più spesso. La prima cosa che mi ha colpito è stata la sua capacità di generare contenuti in modo molto rapido. Neanche il tempo di porre la domanda e lei (lui?) scrive la risposta preceduta dal fastidiosissimo “Certamente!”.
Come ho poi scoperto, tendenzialmente questo strumento è in grado di generare un discreto codice HTML, CSS e JavaScript di base. Può aiutare a creare pagine statiche, moduli di contatto e componenti web semplici. Questo mi ha permesso di risparmiare tempo prezioso, consentendomi di concentrarmi su compiti più complessi e creativi. Ma a conti fatti lo possiamo reputare uno strumento imprescindibile destinato a sostituire la figura del programmatore? Non credo.

Il pilota automatico non può escludere la presenza di un pilota

Nonostante le sue numerose qualità, ho riscontrato alcune limitazioni importanti. La principale sfida è stata la mancanza di comprensione contestuale. ChatGPT può generare contenuti e codice basati sulle informazioni fornite, ma non ha la capacità di comprendere il contesto o il significato complesso dietro una richiesta. Se ad esempio realizzi un template per wordpress, lui potrà solo indicarti la struttura generale basta sui file php, css e js principali. Potrà persino scrivere pezzi di codice, ma sarai tu a doverti occupare degli aspetti più tecnici assemblando il tutto in modo sensato. Semplicemente, in alcuni casi non riesce a mettere in correlazione il quadro di insieme associato alle necessità progettuali.
Inoltre, anche se rari, possono verificarsi errori di sintassi che richiedono correzioni manuali, oppure problemi di prestazione, con un codice esatto dal punto di vista sintattico ma macchinoso in esecuzione.
Per fare un esempio, un mesetto fa mi fece perdere un sacco di tempo a causa di un codice JavaScript fornito da per la validazione di un modulo di registrazione. Dopo aver imprecato per un’oretta buona, mi accorsi che il modulo HTML5, che lui stesso aveva suggerito non aveva gli ID corretti.
In altre parole, l’uso di un assistente non esclude la competenza per verificare, valutare e ottimizzare il risultato finale.

La figura del programmatore rischia di sparire?

La mia esperienza con ChatGPT come web developer è stata abbastanza positiva. Ha dimostrato di essere uno strumento di supporto nella mia routine di lavoro, consentendomi di essere più produttivo. Tuttavia, è importante essere consapevoli delle sue limitazioni, e integrarlo con competenza nelle fasi di sviluppo web. Aggiungo che noi della vecchia guardia abbiamo un vantaggio non indifferente: abbiamo studiato sui manuali di informatica e siamo abituati a sudare sui codici. Chi approccerà questi strumenti nel modo sbagliato rischierà di diventare un developer pigro, uno smanettone che incolla pezzi di codice senza capire cosa sta facendo. Quindi, in base alla mia umile opinione, la fine del mondo (almeno per ora) è stata rimandata.

 

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