Dopo una lunga pausa, il blog Mediadoper torna finalmente online con una veste grafica completamente rinnovata e tutti gli articoli passati revisionati. Alcuni sono stati aggiornati, altri eliminati, altri ancora lasciati intatti come testimonianza storica di un percorso iniziato nel lontano 2012.
Nel frattempo, mentre il blog dormiva, io ho continuato a studiare, a sperimentare e, soprattutto, a progettare il mio ritorno nel mondo dello sviluppo digitale. E oggi posso finalmente condividere con voi un primo risultato concreto: Mystic Lotto, il mio nuovo gioco per Android, è disponibile su Google Play.
Mystic Lotto è un’app divertente che suggerisce sei numeri fortunati da giocare al SuperEnalotto, usando tre metodi diversi (numerologia, astrologia e casualità). Un progetto leggero e giocoso, ispirato a una vecchia app che avevo realizzato anni fa con Adobe Animate, AIR e ActionScript 3.0.
Qualcuno dei quattro gatti che mi segue, forse ricorderà che a un certo punto avevo annunciato il mio passaggio a Unity. Ebbene, dopo averlo studiato a fondo e realizzato qualche prototipo, ho capito che non era la mia cup of tea. Unity è uno strumento potente, certo, ma anche legato a doppio filo al destino di un’azienda. Dopo la mia esperienza con il progressivo abbandono di Adobe Animate e AIR, una vocina dentro di me mi suggeriva di non rischiare di nuovo, affidandomi a un ecosistema chiuso e proprietario. Inoltre, a livello di interfaccia e di workflow, ho trovato Unity ridondante, dispersivo e troppo “visual” per i miei gusti. Preferisco ambienti più snelli, script-oriented, e che si sposino bene con le tecnologie web e native. È stato così che ho deciso di affidarmi a Phaser, un framework JavaScript pensato per i giochi 2D, in combinazione con Capacitor, utile per trasformare un’app web in un’app Android.
Mystic Lotto è stato il mio banco di prova: un modo per rompere il ghiaccio con Android, testare il funzionamento degli annunci pubblicitari e rimettermi in carreggiata. L’app è disponibile su Google Play a questo indirizzo.
Il blog, da parte sua, tornerà a fare ciò per cui era nato: raccontare progetti, esperimenti, errori e successi. Non con la frequenza di un tempo, forse, ma con la voglia di condividere e di costruire qualcosa che resti.
Grazie a chi c’è stato e a chi ci sarà.






